Nella nazionale
E' nata in Ticino, è amata in Svizzera, si è distinta in Europa. E' la Nella nazionale. La popolare Nella Martinetti che quest'anno festeggia i 30 anni di carriera, trascorsi ad alHetare il suo affezionato pubblico (soprattutto quello della Svizzera tedesca) sulle note delle canzoni più rappresentative dei nostro Cantone. Un'artista spontanea e stravagante, che ha raccolto prestigiosi riconoscimenti anche a livello internazionale e che ancora oggi rappresenta un polo d'attrazione per tutti i suoi simpatizzanti che l'hanno accompagnata in tante serate all'insegna della musica, dei cabaret e della sana allegria. Un successo costruito con grande passione sin dai tempi dei suoi studi magistrali al convento di Santa Caterina di Locarno, dove a 16 anni componeva già i suoi primi brani. La sua carica straordinaria, unita ad un'invidiabile gioia di vivere, la ha aiutata a superare anche i momenti più difficili, quando la malattia ha messo a dura prova il suo carattere e la sua carriera. Nella Martinetti, a 56 anni, si sente più in forma che mai e «Sorrisi» è andato a trovarla durante il suo soggiorno al centro di benessere «Graziella» di Weggis (LU) per scoprire un personaggio che ha dato tanto alla tradizione ticinese.

Da 30 anni la sua musica e il suo spirito animano la ribalta. Come si sente Nella Martinetti dopo un tour quasi interminabile?

In pace con me stessa. Ho sempre dato il massimo e la gente continua ad apprezzarmi per questo, perché il jeeling è rimasto intatto. Sono orgogliosa di aver regalato tanti sorrisi, di aver trasmesso buon umore e allegria, anche se confesso che mi è costato tanto sacrificio. Il mio tipo di approccio al pubblico, generoso e coinvolgente, richiede parecchie energie,'ma non ho assolutamente rimpianti, anche se con il mio ultimo libro «Fertig lustig» e il mio ultimo disco «Così il tempo va» ho voluto aprire un nuovo capitolo della mia carriera, più tranquillo e riflessivo.

Il Ticino, in cui lei è nata, rappresenta tutt'oggi il filo conduttore della sua proposta artistica. Del resto lei parla perfettamente dialetto e si sente parte integrante del nostro Cantone anche se da anni vive in Svizzera interna. Quando è nata l'idea di «esportare» le nostre tradizioni?

Casualmente, perché avrei voluto indirizzarmi verso la musica jazz e funk, che rimane la mia grande passione. Ma è sempre il pubblico che crea le tendenze e al mio arrivo nella Svizzera tedesca sono stata accolta a braccia aperte. La gente ha subito manifestato il desiderio di ascoltare le mie canzoni ticinesi e dopo il successo del mio primo disco «Ciao Ticino» ho capito che era quella la direzione da seguire. E la vittoria al «Grand Prix della canzone popolare internazionale» di Vienna, ottenuta nel- 1986 con il brano «Bella musica», è stata la più bella ed intensa gratifica che ho ricevuto. Anche il riconoscimento ufficiale che mi hanno inviato Flavio Cotti e Marco Solari, in cui hanno lodato il mio impegno afavore del Ticino, rappresenta per me ancora oggi un grande motivo di orgoglio.


Stupenda anche la soddisfazione legata all'Eurofestival del 1988, quando Céline Dion vinse a Dublino con la canzone scritta da Nella Martinetti!

E'un altro ricordo da pelle d'oca. Al di là del significato storico di quella vittoria per la Svizzera, per la quale Céline Dion era iscritta in concorso, il testo di «Ne partez pas sans moi» mi aveva coinvolta in un'immersione totalefin dal primo momento che lo avevo ideato. E il trionfo di Céline mi aveva ripagato per la passione che avevo sempre avuto fin da piccola per la musica.

Siete rimaste in contatto?

Oggi Céline Dion è una delle cantanti più famose al mondo, ma la cosa che mi ha fatto più piacere è stata la sua accoglienza quando sono andata a trovarla in Canada. Mi ha gettato le braccia al collo come quella sera a Dublino ed ho trascorso una bellissima vacanza in sua compagnia. La riconoscenza è un bene prezioso.

Il pubblico è esigente, la platea richiede sempre di più e Nella Martinetti aveva deciso di chiudere la carriera già nel 1996, dopo la festa per il suo 50' compleanno tenutasi a Brissago...

Evero. Il genere di spettacoli musicali che proponevo mi prendeva sempre più energie, la gente ti acclama' ma se le dai un dito, ti prende il braccio e via dicendo, fino a... svuotarti. Non è un rimprovero verso un pubblico che ho sempre rispettato ed amato, ma sono le regole di questo mestiere. E' stato Claudio, un ragazzo giovane con il quale ho avuto una relazione sentimentale molto intensa, a convincermì a continuare. Ho ritrovato la carica giusta e sono tornata sul palco con un entusiasmo nuovo, cambiando genere.

A 50 anni è «rinata» una Nella più spiritosa e più frizzante, che ha conquistato un'altra fascia di simpatizzanti. E' soddisfatta di questa scelta?

Naturalmente! Ho scoperto nuove doti e soprattutto ho abbracciato tanti giovani che mi conoscevano soltanto di nome. Ho trascorso due anni bellissimi, abbiamo organizzato dei party davvero divertenti con ospiti illustri, che hanno entusiasmato i ragazzi ' dai quali ho ricevuto nuova linfa. E'stato un rilancio in grande stile, ma quel che più conta e che ho incontrato tanti amici nuovi.

Qualche scelta coraggiosa e perfino «osée», come un incontro sul ring con il pugile svizzero Stefan Anghern o il famoso nudo «Tutti i frutti», hanno creato non poche discussioni attorno al personaggio di Nella Martinetti. Cosa ci può dire al proposito?

Echiaro che ha fatto colpo il serviziofotografico in cui mi sono lasciata ritrarre seminuda, ricoperta da soli frutti. Non è stata affatto una bravata, ma ho voluto dimostrare che anche una donna cinquantenne, rotonda e piccolina, non aveva niente da nascondere a proporsi come realmente era. Ritengo infatti che troppe signore di una